Persa tra sensazioni, pensieri, immagini ed emozioni ripenso alla domanda iniziale: Ma quando nasce una mamma?
“ Quando nasce un bambino nasce anche una mamma”. E un bambino quando nasce? E’ il “solo” venire al mondo che ne determina la nascita?
Sono mesi che non mangio un pomodoro senza che venga prima disinfettato accuratamente. Niente zeppa. Il vestitino carino che ancora mi stava è finito in fondo all’armadio.
Cambio di dieta, cambio di ritmi di vita, visite, esami del sangue, consultazione di libri e siti web sulla maternità che ti portano conforto e confusione, fino al terrore puro di tutto quello che potrebbe succedere a te, al tuo piccolo, al tuo lui, alla vicina del piano di sopra. Sono già una mamma?
Confesso che, a giugno, alla prima ecografia mi sono commossa. Ho visto un cosino scuro che aveva preso residenza dentro il mio utero. E poi il battito. C’era già. Finalmente. Ero già una mamma?
Durante le mezz’ore passate nel bagno dell’ufficio a dare l’anima pensavo “va bene così”: era un segnale, bello forte e chiaro (anche per i colleghi), che era lì con me. La stanchezza, i crampi, le nausee e tutto il resto sono stati ben accetti pensando a questo. Ero già una mamma?
Altra confessione: ad un certo punto della mia recente esistenza, arrivandomi alle spalle, in maniera del tutto inattesa (facevo altri progetti, mi dovevo realizzare come individuo: conferenze internazionali mi attendevano, viaggi transoceanici e avventure delle più bizzarre) il mio orologio biologico ha fatto tic tac. Una molla è partita. Guardavo i bambini degli altri, i miei stessi nipoti, con una curiosità nuova. I loro piccoli nasi, gli occhi grandi, le manine tonde e piccole, i capelli nuovi, il loro sguardo perso in mondi fantastici. Il mio cuore, la mia biologia, un desiderio fino ad allora lontano, si perdevano in immagini nuove di me e del mio lui con in braccio un piccolo. A chi somiglierà? Speriamo non prenda il naso del nonno! Ero già una mamma?
Qualche anno fa mi trovavo nella sala di attesa di un ospedale: chiacchieravo con un signore alto e scuro, ci facevamo forza a vicenda, tutti e due con l’anima tra i denti in attesa di notizie di una persona amata. Mi disse che si era pentito di non aver avuto figli. Con la moglie avevano viaggiato, lavorato, avuto delle brillanti carriere. Tutto ciò non bastava. Se lei non ce l’avesse fatta sarebbe rimasto solo, niente di concreto che la ricordasse, nei tratti, nei pensieri, nelle parole. Io pensai: magari un giorno, certo ora non sono pronta. Ma una famiglia la vorrei…Ero già una mamma?
Quando ho conosciuto il mio lui, l’altra metà, l’idea di avere una famiglia era davvero lontana. Il noi in due era già una roba difficile da gestire. Rimanere incinta era l’incubo condiviso con le amiche. Sarebbe stato da irresponsabili: non sono in grado di badare a me stessa figuriamoci essere genitore. E poi ci sono le serate fuori, le gonne corte, i casini amorosi da vivere, un mondo pieno davanti e la golosità dei vent’anni.
Ero già una mamma?
Quand’è che una donna diventa una mamma? E’ un fatto biologico? E’ il caso? E’ una questione di ormoni? E’ il senso di responsabilità? E’ una questione di maturità psicologico/sentimentale/
Prima di rimanere incinta non avevo idea di cosa significasse davvero esserlo: è una di quelle esperienze capaci di coinvolgerti a tutti i livelli, testa cuore e corpo. E’ una di quelle esperienze che quei livelli un po’ te li cambia. Testa cuore e corpo. Non so come sarà e come sarò da qui in avanti. Non ho risposte. So solo ciò che sento: sono innamorata. Di lui e di lei (quella nella mia testa e quella che sento muoversi dentro).
Allora qualcosa mi frulla nella testa. Ha a che fare con l’amore.
E mi sorge spontanea un’altra domanda: che cos’è una mamma?
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