Eccomi! I primi 40 giorni stavo messa così!
Prima o poi scriverò anche del parto, comunque il mio è stato un cesareo programmato. La prima settimana non stavo dritta ed era difficile alzarmi dal letto...facciamo anche le prime due settimane. All'uscita dall'ospedale, forse l'ho già scritto, il neonatologo mi ha rilasciato le dimissioni di Emma e io "ma davvero me la fate portare a casa?!" Un esserino così piccino, piangente e che si muoveva a rallentatore. Mangiavo come se non ci fosse un domani, dormivo (più o meno e nelle più svariate posizioni), ed espletavo il resto dei bisogni basici (avete capito, no?). Tutto un po' in pigiama.
Le ragadi, nonostante le rassicurazioni delle ostetriche in ospedale, sono venute e non se ne volevano andare. Il senso di inadeguatezza anche per cambiarle il pannolino. Il terrore di sbagliare qualcosa. Il desiderio di tenerla stretta a me per rassicurarmi che stesse bene mentre una parte di mondo mi ripeteva "ma mettila giù se no prende il vizio!" (E qui scattava il pensiero "Signore dammi la pazienza che se mi dai la forza faccio una strage"). Ho visto tanti film durante le poppate infinite e dolorose. Quali non saprei. Telefonavo in lascrime alla mamma o all'amica o alle sorelle. Il desiderio di passare al latte artificiale e di chiamare una tata era fisso, la via facile, la scappatoia. Avevo tra le braccia un fagottino che non sentivo mio ed era estraneo. La baciavo e me ne prendevo cura perchè il mio istinto mi costringeva a farlo. Ma l'amore profondo non è arrivato subito, come mi aspettavo. Non è stato un colpo di fulmine. Quando è nata ho pianto. Quando me l'hanno poggiata accanto al viso non ho smesso di baciarla (era ancora piena di cacca e urlante). L'istinto. La guardavo e le facevo foto in continuazione. Ma non era ancora quell'amore che mi aspettavo. E poi mi facevano male i seni. E' dura. Non per tutte il post è così, ma lo è per moltissime donne. Ah! Poi ci sono gli ormoni! Già! Come dimenticarli. Sono quelli, ossitocina in primis, che ti aiutano a prenderti cura della prole, che ti fanno svegliare anche se sbatte le palpebre e ti fanno andare avanti comunque. E sono quelli che, se mi tagli la strada, sono pronta a prenderti a badilate. Ho raggiunto, parlo al passato ma è sempre molto attuale, livelli di aggressività che mai nella mia vita.
Avete presente le immagini della mamma che bacia il suo piccino teneramente, tutta batuffoli e nuvolette rosa, o azzurre? E' solo una parte. Uno spaccato piccino picciò di quello che capita dopo. Ma ve lo immaginate se nelle pubblicità dei pannolini, al posto di questo angelo del focolare, ci fosse la belva umana che sei diventata? Eh già. Non ho scritto a caso belva. Perchè, e questo è un punto fondamentale, non c'è esperienza, come la maternità, che ti riagganci di più al lato più animale del tuo essere. L'aggressività ne fa parte, devi proteggere il cucciolo.
Ecco quello che mi ha aiutata a superare i 40 giorni:
- la rete! Ovvero marito. Un santo. Bastava che iniziassi a pronunciare il suo nome che scattava in piedi. Anche alle due di notte. Che c'è?? Niente amore. Volevo sapere se fossi sveglio.
La mamma. Santa pure lei. Veniva a casa con la spesa o con i piatti già belli pronti per fami mangiare. Le sorelle e i nipoti. Zia! ti sposto il cuscino, ti metto la coperta addosso, ti lavo la casa?
Le amiche. Me la tieni un attimo che vado in bagno! Eh sì. Mi è capitato di leggere, su diversi siti: lasciate il bimbo alla cura della mamma e pulitele casa piuttosto. Anche no. Per quanto mi riguarda avere qualcuno che badasse a lei 5 minuti o un'ora mi ha aiutata moltissimo pe rilassarmi. C'era qualcun altro che avrebbe pensato a lei. Io potevo dormire e riposare le braccia.
- la consulente del latte! Chiamata alla seconda settimana. Mi ha aiutata a capire come attaccarla meglio e che, allattare, non significa soffrire. C'è voluto un po' di tempo, tanta pazienza, tanto olio di cocco e disinfettante, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
- aver fatto un percorso personale. Conoscermi, conoscere i miei punti di rottura (anche se molti li ho appresi dopo aver partorito!), sapere chiedere aiuto e ripetermi "non esiste la mamma perfetta, esiste una mamma sufficientemente buona (Winnicott santo subito pure lui!), mi ha aiutata e supportata.
- mia figlia. Un giorno, eravamo sedute sul divano e stavo provando ad allattarla. Ero stanca. Mi faceva male tutto e lei piangeva. Ho inziato a piangere anche io. A singhiozzi. Scusa, le dicevo. Lei ha smesso di piangere. Mi ha guardata (a malapena mettava a fuoco, ma vabbé), mi ha preso il dito. Tutto inconsapevole. Tutto istinto. E' stato un momento magico. Mi sono calmata. E abbiamo ricominciato la routine.
Perciò, non scoraggiatevi. Mai. Calma. Rete. Tanta pazienza. Tanto amore.

Stupendo, troppo vero!! Sono al giorno 27 :)
RispondiEliminaBen venuta nel club delle mamme! :D Forza! Personalmente al 43esimo giorno ho visto la luce. Tiepida eh...ma era bella e chiara.
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